domenica 30 novembre 2014

Decimo Giorno: Istanbul - giorno I : parte I

Partiamo come si è già detto da Sofia alle 23 con un autobus della compagnia turca Metro: l'autobus fa due fermate intermedie, Plovdiv e Haskovo, prima di arrivare a Istanbul -Bayrampasa alle 7:30 circa
Fermata dell'autobus Sofia-Istanbul a Plovdiv

Siamo già arrivati nella periferia di Istanbul quando passiamo accanto al Mall of Istanbul un mega centro commerciale-residenziale, uno dei tanti mega progetti immobiliari in fase di realizzazione nell'hinterland di Istanbul. La Mall of Istanbul è realizzata dalla compagnia turca Torunlar REIC il cui slogan è ""Worth" to invest, "worth" to live" ("Vale la pena" investire, "vale la pena" vivere"), versione patetico-esistenziale di uno dei principali comandamenti del Capitalismo  

Istanbul: Mall of Istanbul, commercial-residential center

Istanbul: Mall of Istanbul, commercial-residential center

Ma esistono anche altri punti di vista oltre a quelli dei managers della Torunlar REIC, ad esempio quello di  Ara Güler, storico fotoreporter istanbuliota:
"Le photographe est l’esclave du monde réel, et d’ailleurs c’est pour cette raison que je ne photographie plus İstanbul, parce que c’est de la merde (ou alors seulement si c’est une commande, pour prendre l’argent). J’ai assisté à la destruction de la ville, j’ai vu le vieux cimetière arménien, près de l’église Notre-Dame-de-Sion, retourné par les bulldozers pour établir les fondations de deux hôtels, le Divan et le Hilton ; j’ai suivi les travaux qui ont éventré la ville pour ouvrir la route de l’aéroport ; en 1958, pendant la deuxième vague de démolition, j’ai vu d’énormes machines, des dinosaures à moteur, écraser des maisons les unes après les autres. A cette époque, j’ai photographié jour et nuit ce qu’on était en train de détruire. Avec les maisons, c’est un mode de vie qu’on a balayé. Quand j’étais enfant, les habitants pouvaient être pauvres ou riches, mais il y avait des gens chics, des gens sympathiques, on soulevait son chapeau pour se saluer, maintenant ce ne sont plus que des paysans, İstanbul a été conquis une seconde fois, nous sommes occupés par quatorze millions d’Anatoliens. Bien sûr, on me dit que les Ottomans faisaient déjà venir ce genre de paysans, mais ils ne les utilisaient que pour le métier des armes, les Stambouliotes n’allaient jamais à la guerre, ils se contentaient sagement d’applaudir le départ et le retour de l’armée. Il est arrivé ce qui devait arriver ; les Anatoliens ont pris leur revanche. Aujourd’hui, il n’y a plus un milliardaire turc qui ne soit né en Anatolie. C’est pour toutes ces raisons que je sors maintenant sans mon Leica. D’ailleurs, il n’y a pas qu’İstanbul, le monde entier s’enlaidit. Le béton gagne. Bien sûr que j’aime le Bosphore, et les fumées des bateaux. Ces fumées, c’est la vie — c’est la guerre aussi— oui, la guerre et la vie, et ces quais, c’est la porte sur un autre monde, nulle part au monde vous ne trouverez une ville où l’on change de continent en cinq minutes." 

Istanbul: la prima bandiera turca
L'autobus ci deposita ad un'impressionante, enorme stazione degli Autobus: l'Esenler Otogarı (Esenler Bus Terminal) anche detta Büyük İstanbul Otogarı (Grand Istanbul Bus Terminal). 
Per farsi un'idea del luogo:
  • La struttura è a più piani. Ci sono 450-500 parcheggi permanenti per autobus e oltre 1.000 quelli temporanei.
  • Media traffico totale di autobus al giorno: circa 15.000 autobus.
  • Il terminale ha una capacità di 600.000 passeggeri al giorno.
  • Ci sono tra 3.000-5.000 persone che sono impiegate nel terminale. 
  • Circa un milione di passeggeri in transito ogni giorno. Per fare una comparazione alla stazione di Milano Centrale i passeggeri sono in media 329000 al giorno.)
Possiamo prendere un caffè, cambiare euro in Lire turche (Turkish lira ) e prendere il metro per avvicinarci all'Hotel. Il metro (Otogar station) è proprio lì nel centro commerciale del terminal: prendiamo la linea M1 in direzione Avalyman (Aereoporto) e scendiamo alla quarta fermata (Zeytinburnu). Qui si torna alla superficie perché si prende il tram della linea T1 e dopo 14 fermate si arriva a Sultanahmet. Da lì all'albergo è solo questione a piedi di 15-20 minuti. Inutile dire che i tram sono super affollati e a malapena, dopo qualche inutile tentativo, si riesce a salirvi. Il check-in all'hotel dura pochi minuti, sono le 9:50 e servono ancora la colazione. Dell'Admiral Palace Hotel faccio mio il giudizio di un altro cliente: “Good Location, but that's all”.
Una volta riposatici un po' abbiamo camminato lungo Kennedy Caddesi, un lungo viale che costeggia le acque del Bosforo verso la Stazione di Sirkeci (Sirkeci Garı).


Istanbul: Mar di Marmara e Isole dei Principi (Yassıada e, a destra,  Sivriada) da Kennedy Kaddesi

Qui sopra, guardando il Mar di Marmara dal viale Kennedy Kaddesi verso sud sud est si possono scorgere due piccole isole, sono due delle Isole dei Principi: a sinistra Yassıada [in turco: "Isola Piatta"; Greco: Πλάτη (Plati)], a destra Sivriada (greco: Ὀξεία, Oχeia) conosciuta anche come Hayırsızada. In quest'ultimo isolotto è successo nel 1911 un vero genocidio canino, un tragico evento noto come "Il Massacro dei Cani di Hayırsızada". Successe allora che il governatore di Istanbul, volendo "modernizzare" la metropoli, ordinò che tutti i cani randagi della città venissero catturati e deportati a Sivriada. Morirono così circa 80.000 cani, soprattutto di fame e di sete e, nel tentativo di sfuggire alle orribili condizioni dell'isola, per annegamento. Da documenti storici sappiamo che dalla città, per giorni e giorni e soprattutto durante le notti, si poterono sentire gli ululati dolenti dei cani agonizzanti. Fu certamente uno dei casi di crudeltà verso gli animali più organizzati e su larga scala nella storia del mondo (1, 2). Un grave terremoto che immediatamente seguì l'evento fu percepito dagli abitanti della città come "una punizione da Dio per l'abbandono dei cani." Per questo motivo l'isola è conosciuta oggi sia come Sivriada e Hayırsızada ("L'isola malvagia") ed i cani sono ritornati ad Istanbul come vedremo.

Istanbul: Mar di Marmara da Kennedy Kaddesi


Istanbul: Mar di Marmara da Kennedy Kaddesi
Nella foto qui sopra si vedono sulla linea d'orizzonte delle grosse navi. Ne transitano ogni giorno 150 (di cui 15 petroliere) ostacolate nella loro non facile navigazione lungo gli Stretti da 2000 battelli e navi locali (tra traghetti, pescherecci, navi da crociera e da turismo). Secondo i dati forniti dal Ministero degli Affari Esteri della Turchia, nel 2007 sono transitate nel Bosforo 10.054 navi cisterna, trasportanti 144 milioni di tonnellate di carichi pericolosi,  tra le quali 5 mila petroliere trasportanti 60 milioni di tonnellate di petrolio. Il rischio di incidenti disastrosi è quindi altissimo.

Istanbul: il primo ponte sul Bosforo (Boğaziçi Köprüsü) da Bvd Kennedi Kaddesi
Ma ad istanbul non ci sono solo cani ma anche un innumerevole numero di  gatti (si stima a 150000 il numero complessivo di cani e gatti liberi nella città): questi qui sotto  sono ripresi mentre cercano cibo tra i grandi massi della scogliera, soprattutto le esche avanzate dai pescatori


Istanbul, Kennedy Kaddesi: gatto scogliera sul Mar di Marmara


Poi c'è sempre qualcuno che si prende cura di loro....

Istanbul, Kennedy Kaddesi: distribuzione di crocchette ai gatti della scogliera sul Mar di Marmara

Istanbul, Kennedy Kaddesi: distribuzione di crocchette ai gatti della scogliera sul Mar di Marmara


Poco più avanti una famiglia di giovani musulmani (fotografia sotto) fa una pausa ai piedi del monumento a Turghut Reis [Turghud Alì, Dragut, Darghout Rais, Turhud Rais, Dargut (Bodrum, 1485 – Gozo, 25 giugno 1565)], ammiraglio e corsaro ottomano. È ricordato per essere stato uno dei più grandi ammiragli (in turco Kapudanpaşa) di etnia turca al servizio del sultano. Rimando alla pagina wiki a lui dedicata per informazioni più dettagliate....

Istanbul: monumento a Turghut Reis [Turghud Alì, Dragut, Darghout Rais, Turhud Rais,
Dargut (Bodrum, 1485 – Gozo, 25 giugno 1565)]

Dopo una mezz'ora siamo già arrivati al Corno d'Oro. Siamo a ormai soli dieci minuti dalla stazione di Sirkeci, il principale scalo ferroviario di Istanbul. La stazione fu inaugurata nel 1890 come capolinea dell'Orient Express sotto il sultanato di Abdul Aziz. Ora è in  ristrutturazione (= no foto della facciata) e quasi deserta, solo qualche turista asiatico che non può mancare. Se avessimo fatto tutto il tragitto in treno questa sarebbe stata la nostra stazione d'arrivo....


Istanbul: Stazione ferroviaria di Sirkeci - Istanbul Sirkeci Terminal, İstanbul Terminal, (Turco: Sirkeci Garı)

Istanbul: Stazione ferroviaria di Sirkeci - Istanbul Sirkeci Terminal, İstanbul Terminal, (Turco: Sirkeci Garı)

Istanbul: Stazione ferroviaria di Sirkeci - Istanbul Sirkeci Terminal, İstanbul Terminal, (Turco: Sirkeci Garı)

Per celebrare a modo nostro l'arrivo (a piedi) alla stazione, prendiamo un caffé ed un succo d'arancia....come si vede sono  già le 15 ora turca.

Istanbul: Stazione ferroviaria di Sirkeci - Istanbul Sirkeci Terminal, İstanbul Terminal, (Turco: Sirkeci Garı)


Istanbul: Stazione ferroviaria di Sirkeci - Istanbul Sirkeci Terminal, İstanbul Terminal, (Turco: Sirkeci Garı)
Davanti  a Sirkeci entriamo in un Ufficio del Turismo per prendere delle mappe della città, poi decido di comprare delle caldarroste. I caldarrostai sono centinaia ad Istanbul, almeno uno ogni 300 metri nelle strade più frequentate. Pago con una banconota da 10 LT, almeno così credo. Ma il ragazzo le rifiuta, dice che sono "old money" ...sistemata la cosa con il ragazzo (sceglie dalle mie mani una banconota turca da 50 LT e mi dà il resto) vado al primo ufficio di cambio che incontro che però non accetta le banconote: sono fuori corso dice, o almeno è quello che credo di capire. Sono completamente frastornato: troppa folla, troppo traffico, troppo tutto. In realtà devo essere solo molto stanco: avevo semplicemente mescolato banconote turche con dinari serbi (le scritte pertanto erano in cirillico era facile riconoscerle) facendo nascere tutta quella inutile confusione. Invece di rientrare in hotel per riposare adeguatamente decidiamo stoicamente di continuare la nostra personale scoperta della città...: fatti pochi passi nella ressa perenne di Istanbul arriviamo nel piazzale antistante a quella che sarà la prima tra le sette storiche moschee di Istanbul che visiteremo: la Yeni Cami (Moschea nuova, pr. "Yeni Giamì") o Moschea della Valide Sultan La costruzione della moschea iniziò nel 1597 e si concluse nel 1665.
Sofia: il Ponte e la Torre di Galata dalla scalinata Nord est di Yeni Cami


Sofia: il Ponte e la Torre di Galata dalla scalinata Nord Est di Yeni Cami

Sofia: Yeni Cami facciata meridionale

Sofia: Yeni Cami facciata meridionale

Sofia: Yeni Cami - cortile interno

Sofia: Yeni Cami - Interno

Sofia: Yeni Cami - Interno


Sofia: Yeni Cami - Interno

Sofia: Yeni Cami - Interno


Sofia: Yeni Cami - Il minareto

Usciti dalla Moschea ci siamo trovati all'ingresso del Bazar delle spezie o Bazar egizio (Misir Carsisi), ma questo lo raccontiamo nel prossimo post....

















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