Viaggio a Istanbul: Secondo Giorno: Lubiana

Sembra che Trieste provenga dal latino Tergeste, probabilmente di origine Venetica. Il primo elemento, terg sembra significasse "mercato", affine così al Proto-Slavo *tъrgъ ed al Norreno torg. Il secondo elemento, -est, probabilmente significava "posto". Faccio queste considerazioni per cercare di capire la prima parola di slavo (sloveno) che ho imparato: trg, cioè "piazza". Trg discende dal Proto-Slavo *tъrgъ che significa "merci, materie prime" e per estensione il luogo in cui avveniva il loro commercio, il mercato. Discende da *tъrgъ anche il russo торг: contrattazione, asta, offerta, e - arcaico - mercato, bazar. Anche il serbo-croato трг (tȑg) ed il bulgaro търг (tǎrg) hanno significati affini. E perfino il finlandese turku, mercato, e lo svedese torg sempre con lo stesso significato. Da cosa poi derivi il Proto-Slavo *tъrgъ è poco chiaro: per alcuni sarebbe connesso alla parola torži̋ti (“cercare”) (1). E di trg, piazze, tratterà anche questo post: Prešernov trg, la più bella e Trg republike, la più grande.

Ljubljana: Prešernov trg vista dal Triplice Ponte (Tromostovje)

Ljubljana: Prešernov trg

Ljubljana: Prešernov trg: monumento a France Prešeren

Rimando i lettori alle pagine wiki dedicate a questa piazza per gli approfondimenti perché voglio passare alle cose che più mi hanno interessato in Trg republike: le sculture.

Ljubljana: Trg republike

Ljubljana, Trg republike: Monumento alla Rivoluzione (Spomenik Revolucije) opera di Drago Tršar, 1975

Ljubljana, Trg republike: Edvard Kardelj (Edvard Kardelj) opera di Drago Tršar, 1981

In Trg republike si trova l'edificio del Parlamento Sloveno costruito negli anni 1954-59 su progetto dell'architetto Vinko Glanz sede allora dell'Assemblea Popolare ed ora dell'Assemblea Nazionale e del Consiglio Nazionale sloveni. Su lato Nord della grande piazza si trovano il Monumento alla Rivoluzione (Spomenik Revolucije) ed il monumento ad Edvard Kardelj inaugurati rispettivamente nel 1975, un anno dopo il varo della nuova Costituzione jugoslava del 1974 e due anni dopo la morte di Kardelj. Il primo è opera dello scultore Drago Tršar (Draga Tršarja) nato a Planina, Slovenia, nel 1927 col contributo, almeno secondo le fonti ufficiali, dell'architetto urbanista Vladimirja Braca Mušiča (1930-2014), il secondo del solo Drago Tršar. Di quest'ultimo incontreremo la sera una terza opera (che presento qui) davanti alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna di Lubiana: Manifestanti I del 1959

Ljubljana, Moderna galerija, Cankarjeva 15: Manifestanti I opera di Drago Tršar 1959

Devo assolutamente aggiungere che in Slovenia come purtroppo altrove le opere d'arte esposte nei luoghi pubblici raramente sono accompagnate da informazioni. Autore, titolo e data di inaugurazione rimangono ignoti al visitatore. Trovare questi dati è spesso difficile come nel caso della scultura qui sopra che ha richiesto più di due ore di ricerche sul web....Ma torniamo all'edificio principale della piazza, il Parlamento Sloveno: quello che più colpisce è il portale.

Ljubljana, Trg republike: Parlamento Sloveno, portale in bronzo di Zdenko Kalin e Karl Putrih.

L'opera è stata realizzata nel 1959 da due scultori sloveni Zdenko Kalin ( 1911, Solkan, Nova Gorica, 1990, Ljubljana) e Karl Putrih (1910, Ljubljana, 1959, Ljubljana). Le 5 colonne sono rivestite in granito nero di Pohorje, che fa da sfondo a sculture simboliche che raffigurano l'educazione, la famiglia, l'infanzia, la danza, il teatro e, nell'architrave, l'estrazione mineraria, l'elettrificazione, la giustizia, l'industria tessile, l'ingegneria meccanica, la frutticoltura, l'agricoltura, la silvicoltura, la costruzione navale, e la pesca. Il nome degli Autori Vinko Glanz, Karl Putrih e Zdenko Kalin sono incisi sul granito alla base della prima colonna a destra di chi guarda. Come ho fatto sopra per Drago Tršar anche qui devo anticipare qualcosa che scopriremo solo la sera dopo al Parco Tivoli e cioè quella che è considerata la statua più famosa della Slovenia: Il pastore con flauto - Pastircek (Deček s piščalko) di Zdenko Kalin, 1942