Continuiamo la nostra visita al Museo dell'Antico Oriente (Ancient Orient Museum).
Usciti dalla galleria Egizia entriamo nella IV sala che ospita parte della collezione mesopotamica. Qui spicca la statua di pietra calcarea Lugaldalu, il manufatto più importante dell'antica città sumerica di Adab (vedi anche il Bismaya: Recovering the Lost City of Adab ). L'iscrizione sulla sua spalla lo presenta come il "Re di Adab" e si afferma che la statua è stata dedicata a E-shar, il tempio del dio principale di Adab. Lugaldalu, che non è elencato nelle liste dei re sumeri, si pensa sia stato un governatore di Adab alla metà del III° millennio aC (Periodo Protodinastico). Questa è una delle statue di "sacerdote vicario" poste nei templi secondo la credenza sumera. Queste statue continuavano a esprimere gratitudine al dio per conto delle persone che rappresentavano, quando queste ultime erano fuori dal tempio.
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Statue of Lugaldalu mid-third millennium BC. |
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Statue of Lugaldalu mid-third millennium BC. |
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Votive Statue, Adab, Early Dynasties Period |
Pietre quadrate con un foro centrale e incisioni o bassorilievi sono oggetti tipici del Periodo Proto-Dinastico (2900-2300 BC) nella Mesopotamia meridionale. Erano probabilmente dedicate ad un tempio e fissate sulle sue pareti di mattoni. Nel foro centrale era inserito un piolo a cui si avvolgeva una corda a sua volta fissata ad una porta, in modo tale da mantenere la stessa chiusa
"Professor Hilprecht (1903) identified the two naked men as being in reality one individual, Ur-Enlil offering to his god Enlil a libation. If Hilprecht is correct, this is the only known representation of the Sumerian god Enlil that I am aware of.
Hilprecht's description follows:
"Votive Tablet of Ur-Enlil. About 4000 B.C. Upper section: Ur-Enlil offering a libation to Enlil (Bel).
Lower Section: A pastoral scene (goat, sheep, herdsmen)."
(cf. p. 417. Herman V. Hilprecht. Explorations in Bible Lands During the 19th Century. Philadelphia. A. J. Holman & Company. 1903)"( from this link)
"Professor Hilprecht (1903) identified the two naked men as being in reality one individual, Ur-Enlil offering to his god Enlil a libation. If Hilprecht is correct, this is the only known representation of the Sumerian god Enlil that I am aware of.
Hilprecht's description follows:
"Votive Tablet of Ur-Enlil. About 4000 B.C. Upper section: Ur-Enlil offering a libation to Enlil (Bel).
Lower Section: A pastoral scene (goat, sheep, herdsmen)."
(cf. p. 417. Herman V. Hilprecht. Explorations in Bible Lands During the 19th Century. Philadelphia. A. J. Holman & Company. 1903)"( from this link)
La scena superiore rappresenta un adoratore nudo che non è altro che Ur-Enlil stesso (il re di Nippur), nell'atto di offrire una libagione a Enlil, il dio principale di Nippur. In base al principio di simmetria, così frequentemente illustrato sui sigilli cilindrici, la scena è data in forma doppia. La sezione inferiore mostra una capra e pecora seguite da due uomini, uno con un vaso in testa l'altro con un bastone in mano. Gli animali possono rappresentare sacrifici da offrire al dio. Un'altra tavoletta calcarea trovata a Nippur, allo stesso modo mostra un adoratore nudo, forse lo stesso Ur-Enlil davanti ad Enlil e una gazzella nella sezione inferiore. L'adoratore nudo, un'usanza primitiva per la quale vi sono paralleli in altre religioni, si trova anche su un bassorilievo calcareo di Telloh (Aspects of Religious Belief and Practice in Babylonia and Assyria). Nel quarto millennio aC., Enlil era il dio mesopotamico dell'atmosfera e della terra. Re e nobili facevano offerte a Enlil così da avere un tempo meteorologico favorevole.
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Votive Tablet of Ur-Enlil, Patesi of Nippur (c 3000 B.C.). |
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Chlorite vessel fragment with Snake and Eagle, Mesopotamia, Nippur, Early Dinastic III, ca. 2550-2250 B.C. |
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Necklaces from Nippur excavations conducted by Peters, Haynes and Hilprecht in 1899-1900 |
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Necklaces from Nippur excavations conducted by Peters, Haynes and Hilprecht in 1899-1900 |
Questo vaso di marmo reca un'iscrizione in cui viene menzionato Rimush (2278 - 2270 B.C.) il secondo sovrano dell'Impero di Akkad, figlio di Sargon il Grande
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Old Akkadian Period (2334 - 2154 B.C.) Girsu/Nippur/Assur Marble vase with inscription of Rimush |
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Old Akkadian Period (2334 - 2154 B.C.) Stamp seal for bricks of king Shar-Kali-Shari (2217 - 2193 BCE), Nippur |
Questo peso standard a forma di anatra reca un'inscrizione cuneiforme che stabilisce il suo peso pari a un "vero" talento. Un talento è approssimativamente 30 Kg mentre il peso dell'anatra, di diorite, è di soli 26,7 Kg. Comunque, i sistemi mesopotamici di misura dei pesi variavano spesso. Il talento era una misura arbitraria del peso che una persona o un animale potevano portare. Secondo il sistema sessagesimale sumero, il peso poteva essere diviso in 60 mine e una mina (circa 500 grammi) in 60 shekels (1 shekels uguale a 180 grain, circa 8 grammi). I pesi zoomorfi erano molto diffusi nel Vicino Oriente durante la tarda Età del Bronzo e i pesi anseriformi erano comunemente di origine mesopotamica. Questo peso trovato a Babilonia, in uno dei depositi sul lato orientale del recinto dello Ziggurat, è datato della metà del secondo millennio aC. sulla base della sua iscrizione. " 1 vero talento appartenente a Mushallim - Marduk figlio/discendente della (famiglia) del Shangu-sacerdote di Kish. Possa Shamash tenere lontano chiunque rimuova (questo peso)." E' uno dei rari oggetti del II millennio scavati a Babilonia poiché il sito di ritrovamento è attualmente inondato (more on this).
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Duch shaped weight with cuneiform inscriptions Diorite- thirteenth century B.C. |
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Duck shaped weights with cuneiform inscriptions- thirteenth century B.C. |
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Duck shaped weights thirteenth century B.C. |
Domina una delle sale della Galleria Mesopotamica la statua di Puzur Ishtar, Shakkanakku ( governatore) di Mari. (periodo di Ur III, tra il 2100 and 2000 B.C.) (se more on this). La statua fu portata a Babilonia, nel Palazzo Museo di Nabucodonosor (Nebuchadnezzar) II, come bottino di guerra nel periodo Neo-Babilonese.
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Statue of Puzur-Ishtar, governor of Mari Old Babilonian Period 1894-1594 B.C. Mari (Tell Hariri) Diorite |
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Statue of Puzur-Ishtar, governor of Mari Old Babilonian Period 1894-1594 B.C. Mari (Tell Hariri) Diorite |
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: North Mesopotamia Middle- Neo Assyrian Period 1243-824 B.C. |
Il sito di Aššur si trova sulla riva destra del fiume Tigri, su un promontorio a 100 km a sud della odierna città di Mossul, vicino al villaggio di Qal'at Sherqat. L'antica cinta urbana racchiude un'area di circa 140 ha. Nel corso del diciannovesimo secolo si sono attuati numerosi sondaggi, ma l'inizio di scavi veri e propri risale alla serie di campagne condotte da W. Andrae dal 1903 a 1914 .
Il primo insediamento risale circa al 2500 a.C., ma la città acquisì importanza all'inizio del II millennio a.C. come centro dei commerci con l'Anatolia. Successivamente la città-stato fu assoggettata a Babilonia prima e al regno di Mittani poi. Aššur subì un saccheggio da parte del regno mittanico ( ca. 1450 ). Una volta riconquistata l'indipendenza la città acquistò un grande potere, ma nel IX sec. a.C. la capitale dello stato Assiro fu spostata a Kalhu. Aššur mantenne ugualmente la sua importanza, soprattutto come centro religioso e i re assiri continuarono a compiere opere di restauro sui suoi monumenti, ad edificarne di nuovi e a sceglierla come luogo di sepoltura. Un monumento di particolare importanza è il Tempio di Ištar. La sua prima edificazione risale alla metà del III millennio. Le fasi del tempio sono indicate con lettere dell'alfabeto (Aššur H-A) e la fase G (databile al periodo accadico) è la prima per la quale la ricostruzione della pianta è abbastanza sicura.
Nel Tempio di Ištar sono stati ritrovati 7 altari (o nemedu) tra cui quello esposto al Museo di Istanbul.
Il bassorilievo presenta il re, Tukulti-Ninurta I, in piedi tra due vessilliferi (interpretati come esseri soprannaturali). Sugli stendardi una ruota raggiata, presente anche sulle volute degli angoli superiori ( see more )
Porte di Balawat
Balawat è un sito archeologico nel nord dell'Iraq, situato ad est di Mosul, che è l'antica città assira di Imgur-Enlil. Il sito è stato scoperto e scavato da Hormuzd Rassam nel 1878 e 1882 e poi da Max Mallowan nel 1956. Il sito, avamposto dell'impero assiro, fu ricostruito nel IX secolo aC. da Assurnasirpal II (883-859 aC.) e poi da Shalmaneser III (858-824 aC.). Copriva circa 64 ettari racchiusi da mura. I principali edifici che sono stati individuati sono un palazzo provinciale e un tempio. Balawat è però sopratutto conosciuto per i frammenti di placche di bronzo che vi sono stati scoperti, sulle quali erano scolpite a sbalzo scene delle battaglie vinte da Shalmaneser III. Le placche erano inchiodate su alte porte in legno composte da due battenti e due colonne di cui seguivano i contorni. I resti di in bronzo delle porte si trovano ora nella collezione del British Museum, nel Museo Mosul. Piccole parti di quelle commissionate da Salmanassar III sono al Museo d'Arte Walters a Baltimora e nei Musei archeologici di Istanbul.(see more)
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Balawat, Bronze plaques for door plating Shalmanaeser III period (859 - 824 B.C.) |
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Balawat, Bronze plaques for door plating Shalmanaeser III period (859 - 824 B.C.) |
Istanbul/Istanbul Archeological Museums/Ancient Orient Museum: Glazed brick wall with inscriptions offered by Assurnasirpal II ( 884 a.C. al 859 a.C.) |
Bassorilievi su pietra dal Palazzo del re Assurnasirpal II
Nel novembre 1845 Austen Henry Layard cominciò le sue esplorazioni su un alto tumulo a Nimrud
(Nimrud, in arabo: كال, è il nome attribuito nell'ottavo secolo dagli Arabi a quella che fu un'antica città assira situata a sud di Ninive sul fiume Tigri. Il nome originale della città era Kalhu o Kalkhu. La città viene nominata anche nella Bibbia con il nome di Calah o Kalakh). Nelle settimane che seguirono, Layard portò alla luce strutture palaziali neo-assire nell'area nord-ovest, nell'area centrale e in quella sud-ovest del tumulo, ogni struttura delle quali conteneva decorazioni scolpite sulla pietra. Queste tre residenze reali sono ora chiamate rispettivamente, il Palazzo Nord-Ovest, il Palazzo Centrale, e il Palazzo Sudoccidentale. Le iscrizioni cuneiformi incise sulle lastre di pietra e sulle sculture, nonché criteri stilistici dei bassorilievi, confermano che ognuno dei palazzi è stato costruito durante il regno di tre differenti re assiri: Assurnasirpal II (883-859 aC), Tiglath -pileser III (745-727 aC), e Esarhaddon (683-668 aC).
Domina questa sala la statua del re assiro Shalmaneser II (858-824 aC.). Nella inscrizione il re fornisce un breve elenco dei suoi titoli e della sua genealogia come segue: "Shalmaneser, il grande re, il re potente, re di tutte le quatto regioni, il forte e potente rivale dei principi dell'intera terra (universo), il Grande, il re, figlio di Aššur-nâsir-apli, re dell'universo, re di Assiria" L'inscrizione continua con le sue campagne e gesta nella terra di Uratu, Syria, Namri, Quo e Tabal e termina come segue: "A quel tempo costruii le mura della mia città Ashur dalle loro fondamenta fino alla sommità. Ho fatto un'immagine della mia regalità e la misi nella porta fatta di metallo"
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Statue of the King Shalmaneser II 858-824 B.C. Neo-Assyrian Period, Assur (Qala't Sharquat), Basalt, Inv. No. 4650 |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Statue of the King Shalmaneser II 858-824 B.C. Neo-Assyrian Period, Assur (Qala't Sharquat), Basalt, Inv. No. 4650 |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Statue of the King Shalmaneser II 858-824 B.C. Neo-Assyrian Period, Assur (Qala't Sharquat), Basalt, Inv. No. 4650 |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Strings of beads from different material, Neo-Assyrian Period |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Strings of beads from different material, Neo-Assyrian Period |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Strings of beads from different material, Neo-Assyrian Period |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Strings of beads from different material, Neo-Assyrian Period |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Strings of beads from different material, Neo-Assyrian Period |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Strings of beads from different material, Neo-Assyrian Period |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Strings of beads from different material, Neo-Assyrian Period |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: String of beads from different material, Neo-Assyrian Period |
La fotografia qui sotto ritrae tre sigilli cilindrici del Periodo Neo-Assiro ( 911 - 600 aC.) tra cui uno raffigurante una scena di caccia tipica dei repertori glifici neo-assiri; qui, un arciere su un ginocchio punta il suo arco su un animale al pascolo mentre nel cielo brilla il sole. Nella fotografia successiva si vedono un orante ed una divinità circondata da un cerchio astrale (probabilmente Ištar - adattato anche in Ishtar - la dea dell'amore, della fertilità e dell'erotismo e altro) a lato di un altare. Nel cielo brillano la luna crescente, il sole e la costellazione delle Pleiadi. Questo stile di intaglio era particolarmente efficace nel trasmettere un'impressione di movimento e animazione, una caratteristica anche di alcuni sigilli da Babilonia. Sigilli a timbro e cilindrici, nonostante le loro ridotte dimensioni, sono una fonte fondamentale per conoscere l'arte, la storia e la religione dell'antico Vicino Oriente (more on this).
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: North Mesopotamia - Cylinder Seals , Neo-Assyrian Period (911 - 600) |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: North Mesopotamia - Cylinder Seals , Neo-Assyrian Period (911 - 600) |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: North Mesopotamia - Stamp Seals , Neo-Assyrian Period (911 - 600) |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: North Mesopotamia - Unglazed pottery Neo-Assyrian Period (911 - 600) |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: North Mesopotamia - Unglazed pottery , Neo-Assyrian Period (911 - 600) |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Interesting Cuneiform Documents 2351-175 B.C. |
Così raccontava John .P. Peters nel 1895 della scoperta dei reperti che seguono "At 10 metres below the surface i felt confident that we were well into the Babylonian Period, but we did not obtain any objects by means of which date could be proved beyon question until we reached a depth of 11 metres, at which we were on the level of the court of columns. Here we discovered quite close to the great wall MM, but not on the outside of it, in a small tunnel run out from a wide trench, a curious set of pottery stored in a large urn, There were three small boxes, the largest ao cm square, two of them with covers, and three small vases, all quite peculiar in pattern, colored green and yellow in stripes. The largest box was ornemented with knobs. Along with these were more than a hundred small disc and crescent, mostly in black and white, pierced for purpose of suspension. This pottery did not seem to be connected with a burial, nor were there any contents in the boxes or vases excepting the earth which had fallen into them" John P. Peters "University of Pennsylvania Expedition to Babylonia. III. The Court of Columns at Nippur" The American Journal of Archaeology and of the History of the Fine Arts, Volume 10. October-December 1895 No 4 439-468
Nippur, or, Explorations and adventures on the Euphrates (1897) Peters, John P. (John Punnett), 1852-1921; University of Pennsylvania. Babylonian Expedition page 186 |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Neo-Babylonian Period. 731-539; Court of Columns, Nippur; Pottery |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Neo-Babylonian Period. 731-539; Court of Columns, Nippur; Pottery |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Neo-Babylonian Period. 731-539; Court of Columns, Nippur; Pottery |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Neo-Babylonian Period. 731-539; Court of Columns, Nippur; Pottery |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Neo-Babylonian Period. 731-539; Court of Columns, Nippur; Necklaces |
Istanbul/Ancient Orient Museum/Mesopotamian Galleries: Neo-Babylonian Period. 731-539; Court of Columns, Nippur; Necklace |
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