sabato 15 novembre 2014

Quinto Giorno: Zagabria - parte terza

Si può...voglio dire ha senso, "visitare" un museo in cinquanta minuti? Non so che risposta sarà data eppure è quello che abbiamo fatto....non avevamo scelta. Il Museo Archeologico di Zagabria, organizzato su tre piani oltre al pianterreno, presenta al terzo piano l’evoluzione materiale e spirituale della cultura delle aree croate dal Paleolitico al Neolitico fino al Calcolitico (Eneolitico), così come alcune fasi dell’età del Bronzo e del Ferro. Di quest'ultima espone  anche una collezione unica di reperti risalenti alla cultura Iapode. Con circa 78.000 oggetti non è solo una delle collezioni più grandi ma è tra le più complete in Europa. 
Prima di proseguire devo fare questa premessa: nel museo ho scattato 59 foto, la prima alle 10:10, l'ultima alle 10:42, in media una foto ogni 32 secondi...Qui presento solo quelle di cui ho certezza circa periodo storico, luogo di ritrovamento ecc. sperando di poterne aggiungerne altre in un secondo tempo

Neolitico: Cultura di Vinča (Vinča culture) VI e il III millennio a.C.
La cultura di Vinča fu una cultura preistorica che si sviluppò nella penisola Balcanica tra il VI e il III millennio a.C. Nel VI millennio a.C. questa cultura occupava una zona delimitata dai Carpazi a nord, dalla Bosnia a ovest, dalla pianura di Sofia a est e dalla valle di Skopje a sud. La cultura toccò il corso del Danubio, nelle attuali Serbia, Romania, Bulgaria, Macedonia e Kosovo. Deriva il suo nome dal villaggio di Vinča, situato sulle rive del Danubio, 14 chilometri più a valle di Belgrado, dove, nel 1908, venne rinvenuto il più grande insediamento neolitico in Europa ( da: Wikipedia).



Neolithic: Vinča culture (4th millennia BC)
È stato rinvenuto un gran numero di oggetti di culto (statuette, piatti sacrificali, antropomorfi e zoomorfi), la cui forma venne influenzata dalle tradizioni precedenti, oltre che dai contatti con i vicini popoli e le loro credenze. Le statuette antropomorfe ebbero grande importanza nella spiritualità di queste genti, tanto che loro numero (oltre 1000 esempi solo a Vinča) supera il quantitativo totale di figurine scoperte nel Mar Egeo greco (from  Wikipedia).

Neolithic: Vinča culture (4th millennia BC)

Neolithic: Vinča culture (4th millennia BC)


Calcolitico o Età del Rame o Eneolitico (7500 -5000 anni a.C)
La caratteristica principale del Calcolitico (o Età del Rame o Eneolitico dal greco: χαλκός khalkós, "rame" and λίθος líthos, "pietra"), definito come un periodo di transizione tra il Neolitico e l'Età del Bronzo, è l'uso di metalli come il rame e l'oro per fare gioielli, armi e altri strumenti. Le culture dell'età del Rame erano in parte nomadi in parte dedite all'agricoltura e all'allevamento di bovini, caratteristiche simili a quelle riscontrabili nel Neolitico. Il commercio di materie prime e prodotti finiti in metallo ha sicuramente svolto il ruolo più importante all'interno delle comunità dell' Eneolitico, in particolare nella cultura di Vučedol. La tecnica della colata in stampi doppi (vedi foto ) ha portato alla produzione di più oggetti  identici, cioè la produzione in serie. I corpi erano ancora sepolti in posizione rannicchiata ma in alcuni casi venivano cremati. La coesistenza di questi due riti funerari  può essere legata alla struttura socioeconomica di certi gruppi o all'inizio di una divisione in classi della società resa possibile dall'accumulo di un surplus, dall'allevamento del bestiame e dallo sviluppo della metallurgia. Il rito di inumare animali, individualmente o accanto ai defunti all'interno degli insediamenti eneolitici, situati prevalentemente su colline o lungo corsi fluviali, indicano quanto importtante fosse l'allevamento del bestiame nelle comunità del Calcolitico. Vi erano sia insediamenti temporanei sia permanenti. Questi ultimi, che con il tempo assumevano aspetti di colline per le continue attività costruttive e ricostruttive su un lungo periodo di tempo, vengono indicati col nome di Tell. L'area della Slavonia orientale e quella di  Sirmia (Srijem) svolgono un ruolo importante nella comprensione delle culture eneolitiche perché alcune delle culture, come la cultura di Kostolac e la cultura di Vučedol hanno lì la loro origine. 

La cultura di Vučedol (in croato:Vučedolska kultura) fu una cultura indoeuropea che fiorì fra il 3000 e il 2200 a.C., (Eneolitico recente) principalmente fra la Sirmia e la Slavonia orientale, ma si estese in quasi tutta la parte nord-occidentale della penisola Balcanica: Croazia, Bosnia settentrionale e Serbia centrale. Si originò dalla fusione fra la precedente cultura di Baden e le culture portate dagli immigrati indoeuropei provenienti dalla steppa. Deve il nome all'insediamento di Vučedol presso Vukovar, sulla riva destra del Danubio in Croazia. Si tratta di uno dei più importanti siti dell'Eneolitico dell'Europa orientale. Data l'importanza dei risultati in Vučedol, tutta la fase locale del periodo eneolitico è stata nominata Cultura Vučedol. 
Eneolitico 4° -3° millennio BC: cultura di Vučedol  e altre culture eneolitiche
Lasinjska kultura, Lasinja culture (121-128); Bodrogkereszturka Kultura, Bodrogkeresztur culture (129-133); Badenska kultura, Baden culture (134-141); Eneolithic period 142-143; Kostolacka Kultura, Kostolac culture(144-147); Vučedolska Kultura, Vučedol culture 148-152)

Nel sito di Gomolava (Serbia) e in quello eponimo in Croazia gli strati Vučedol succedono a quelli della cultura di Baden (fase Kostolac) dell’Eneolitico medio, dalla quale Vučedol si sviluppa.

Eneolitico 4° -3° millennio BC Vučedol: Cultura di Baden

Eneolitico 4° -3° millennio BC Vučedol: Cultura di Baden

Gli insediamenti, per lo più situati sulle rive dei grandi fiumi (Danubio, Sava, Drava), sono caratterizzati per la maggior parte da articolate strutture difensive, costituite da fossati singoli o doppi, palizzate, talvolta accentuate dalla stessa posizione in zone montuose (Debelo Brdo, Zecovi, Jasik). Questa esigenza difensiva è stata messa in relazione con la necessità di contrastare la penetrazione dei cosiddetti “popoli delle steppe”, già attestata alla fine di Baden.

La cultura di Vučedol mostra chiari indizi dell’esistenza di una stratificazione sociale sia negli abitati sia nei contesti funerari. In alcuni abitati,come Vučedol o Sarvaš sono presenti edifici situati in aree distinte da quelle delle restanti abitazioni, destinati probabilmente a personaggi o gruppi eminenti; ancora a Vučedol l’attestazione di un forno fusorio per il rame rinvenuto sulla cosiddetta “acropoli”, negli stessi livelli di un’ampia struttura “a megaron” insieme a lingotti, scorie e a una forma di fusione, sembrano indicare che la metallurgia era appannaggio di individui di rango elevato.

Eneolitico 4° -3° millennio BC: Cultura Vučedol: metallurgia
Eneolitico 4° -3° millennio BC: Cultura Vučedol :
Awls, Becmen (187); dagger, Sarvas (188); flat axes, Orolik, Sotin, Bobota, Kutjevo (189); fan-shaped axes, Vukovar, Borinci (190); axe in a mould, Vucedol (191); mould for casting chisels, potteries, Sarvas (192); moulds for asting leaf-shaped daggers, Sarvas (193); cross-shaped axes, Ruma, Gorjani,Solin, Gabos (194); socketed axes, Vukovar (195); hoard for soacketed axes, Bredinjska (196)
Eneolitico 4° -3° millennio BC: Vučedol culture
A hoard of axes with one blade and a cylindrical extension for a handle haft; Brekinjska (Pakrac) Gift 1879
Testimonianze relative all’esistenza di una gerarchia sociale sono riscontrabili anche nell’ambito funerario, dove i riti, le modalità di deposizione e le strutture sono molteplici: coesistono inumazione e incinerazione, mentre le deposizioni possono essere singole, doppie o multiple. A Gradac (Vukovar) nel 1938 fu ritrovata  una tomba ipogea a grotticella, probabilmente influenzata nella forma da quella delle “catacombe”della Russia meridionale, che conteneva la sepoltura bisoma (di un uomo e di una donna detta Tomba di una coppia, Grob bračnog para) con ricco corredo di armi e oggetti d’ornamento (vedi fotografie seguenti) 

Eneolitico 4° -3° millennio BC:  Vučedol culture:
Grave of a married couple Vučedol - Gradac (Vukovar), excavation 1938

Eneolitico 4° -3° millennio BC:  Vučedol culture: A biconical bowl – terrine
Grave of a married couple Vučedol - Gradac (Vukovar), excavation 1938
La ceramica di Vučedol presenta un’elevata raffinatezza, sia nelle forme vascolari sia nella decorazione. La superficie nera e lisciata di coppe e di tazze carenate pone in risalto i motivi decorativi incisi o impressi a punteggiatura e riempiti da incrostazioni di pasta bianca, gialla o rossa;questo tipo di decorazione coprente compare anche all’interno dei vasi oltre che su figurine antropomorfe e zoomorfe e su singolari vasi di probabile uso rituale.

Eneolitico 4° -3° millennio BC,  Vučedol culture: Pot; Sarvaš; excavation 1942/43

Eneolitico 4° -3° millennio BC,  Vučedol culture: Pot;  Sarvaš-Vlastelinski brijeg, excavation 1942/43.
Eneolitico 4° -3° millennio BC,  Vučedol culture

Eneolitico 4° -3° millennio BC,  Vučedol culture

Eneolitico 4° -3° millennio BC,  Vučedol culture
Il Museo presenta poi una ricca esposizione di reperti delle varie Età del Bronzo come questa statuetta e il vaso decorato della media Eta del Bronzo  (XVII-XV secolo BC) del gruppo daljsko-bjelobrdska

The middle Bronze Age, daljsko-bjelobrdska group, 17-15 century BC  Dalj – Banjkas, a chance find 1924

The middle Bronze Age, daljsko-bjelobrdska group, 17-15 century BC  Pot
Questa è invece una fibula della tarda Età del Bronzo ritrovata a Sviloš

The late Bronze Age: bronze fibula with pendant attachments Svilos, 12th century BC - length 25 cm
Della tarda Età del Bronzo sono anche esposti reperti della Cultura a campi d'urne (Urnfield culture) c. 1300 BC – 750 BC,  come questi:
The late Bronze Age: Urnfield culture c. 1300 BC – 750 BC
Vi sono poi straordinari reperti dell'Età del Ferro come quelli provenienti dagli scavi dei tumuli di Martijanec-Kaptol
Martijanec-Kaptol group: Late Iron Age 6th century BC 

Martijanec-Kaptol group: Late Iron Age 6th century BC 

Martijanec-Kaptol group: A lidded vessel decorated with three stylized bull heads Late Iron Age  6th century BC

Martijanec-Kaptol group: A lidded vessel decorated with three stylized bull heads Late Iron Age  6th century BC
Aggiungo qui una sintesi del resoconto che ne diedero i primi archeologi che scavarono i tumuli, Vera Vejvoda e Ivan Mirnik: "Scavi sistematici presso il villaggio di Kaptol,  nei pressi di Slavonska Pozega sono stati avviati nel 1965. I tumuli sono situati a nord del villaggio stesso, formando un gruppo. I risultati degli scavi saranno di grande importanza per la cronologia dell'Età del Ferro della Valle Požega e di tutta la regione della Slavonia in generale. I ricchi reperti e le molteplici tombe a incenerazione indicano un periodo di insediamento relativamente lungo  sulle pendici delle montagne di Papuk. Le persone che vi hanno vissuto dovevano essere in stretto contatto con gli Illiri a sud e attraverso di loro, anche con la Grecia come alcuni importati reperti toreutici (elmi, knemides - schinieri) evidenziano. Si può anche osservare una particolarmente forte influenza delle culture dell'Età del Ferro dell'Europa centrale. La maggior parte dei tumuli scavati coprivano da una a cinque tombe. Il rito di sepoltura comprendeva l'incenerimento dei defunti, le cui ceneri venivano messe in urne molto ricche ed elaborate. Queste ultime avevano una superfice lucida che richiamava il metallo ottenuta applicando sulla loro superficie un sottile strato di nero di grafite. La grafite è tuttora sfruttata sulla vicina montagna. La varietà di forme ceramiche e decorazioni è incredibile. I reperti più importanti provenienti dai tumuli di Kaptol sono quelli provenienti dalle ricche tombe di guerrieri. Così la tomba Nr. 1 in Tumulo IV conteneva le seguenti suppellettili: una grande urna decorata in modo semplice, una piccola ciotola con un manico sporgente sopra il bordo, un elmo del cosiddetto tipo greco-illirico, un paio di schinieri, un pettorale di bronzo rettangolare rivettato sul bordo, un'ascia di bronzo con lama di ferro, due punte di lancia di ferro e i resti di una terza, parti di morsi dei cavalli e, finalmente, ornamenti di bronzo. La seconda tomba importante di un guerriero è stata salvata appena in tempo perchè la sua parte superiore era già stata asportata dagli aratri. E' l'unica tomba del Tumulo X. L'inventario è di tre urne nere di dimensioni minori, un casco corinzio, ornamenti in bronzo di finimenti per cavalli, una cote (mola) con maniglia di bronzo che termina con un doppio animale cornuto ed una testa d'ago"

Per ultimo il reparto di preistoria presenta una ricca collezione di reperti della cultura degli Iapodi (in greco, "Ιάποδες", anche noti come Iapidi, Giapidi o Iapydes), un antico popolo indoeuropeo che abitava l'interno della regione adriatica orientale in un territorio che corrisponde all'entroterra centrale della moderna Croazia e alla valle del fiume Una in Bosnia ed Erzegovina.
La loro origine è incerta ma la documentazione archeologica suggerisce affinità miste con i primi Pannoni e gli Illiri. Gli Iapodi hanno conosciuto il loro periodo di massimo sviluppo e di espansione territoriale tra l'VIII ed il IV secolo a.C. quando occuparono la gran parte delle valli di montagna interne tra la Pannonia ed il bacino costiero adriatico, ma in frequente disputa a sud con i Liburni.
A causa delle ricche ed estese foreste del loro territorio montagnoso, le loro case erano per lo più capanne di legno, raramente utilizzavano costruzioni di pietra tranne che per alcune fortificazioni importanti. I loro insediamenti erano per lo più sulla cima delle colline, tra i 400 e i 3.000 abitanti, e i principali in epoca romana erano Metulum (Viničica - Josipdol), Terponus (Trojvrh - Josipdol), Arupium (Vital - Prozor) e Avendo (Crkvina).
Essi coltivavano principalmente i cereali e la vite e allevavano vari tipi di bestiame. La loro metallurgia si sviluppò un mezzo millennio prima che l'influenza celtica introducesse superficiali modificazioni. La loro società era semplice e includeva i guerrieri, gli abitanti dei villaggi, pastori, minatori e lavoratori deli metalli. Fin quando furono indipendenti non avevano né capi né si erano costituite élites né avevano una rilevabile organizzazione politica collettiva. Sotto i Romani emerse invece una élite  romanizzata guidata dal praepositus Iapodum installato dai Romani.
Iapydes (or Iapodes) culture: VIII ed il IV century BC

Iapydes (or Iapodes) culture: VIII ed il IV century BC

Iapydes (or Iapodes) culture: VIII ed il IV century BC

Iapydes (or Iapodes) culture: VIII ed il IV century BC

Iapydes (or Iapodes) culture: VIII ed il IV century BC
Il tempo intanto scorreva velce e non ci rimanevano che una decina di minuti per vedere i piani successivi...ma questo nel prossimo post.


Aggiungo qui alcune delle fotografie scattate in questa sezione del Museo di cui mi mancano però tutte le informazioni.

Museo Archeologico di Zagabria, Sezione Preistoria

Museo Archeologico di Zagabria, Sezione Preistoria

Museo Archeologico di Zagabria, Sezione Preistoria

Museo Archeologico di Zagabria, Sezione Preistoria

Museo Archeologico di Zagabria, Sezione Preistoria

Museo Archeologico di Zagabria, Sezione Preistoria

Museo Archeologico di Zagabria, Sezione Preistoria

Museo Archeologico di Zagabria, Sezione Preistoria

Museo Archeologico di Zagabria, Sezione Preistoria

Museo Archeologico di Zagabria, Sezione Preistoria











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